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Un Kuore é unico, Come lo sei tu.

Io la penso così….

Gianni Pitta
Il respiro inatteso.
Ciò che comunemente chiamiamo la civiltà moderna, toglie il respiro ai nostri pensieri, ai nostri sogni e sostituisce l’amore con false seduzioni improvvise ed inaspettate, come onde del mare che si infrangono sulla spiaggia e lasciano semplici scie di schiuma bianca.
Tutto ciò che ci sembra nuovo, dopo pochi minuti altro non è che carta straccia, e barattiamo sentimenti come fosse il mercato globale delle nostre emozioni. La ricchezza delle emozioni mercificate in questo ipermercato virtuale della rete e dei social, dove non hai il tempo di gustare ne di assaporare alcunchè se non l’evanescenza dei tuoi sentimenti. I social hanno sdoganato il nostro amore e il nostro odio, in un mercato globale che ci trascina a non essere più noi stessi ma ciò che vorremmo e forse non saremo mai.
Così quel mare di sentimenti diventa un acquitrino incapace di emozionare perché a dire il vero, sa essere solo virtuale. I social sono un luogo dove puoi vedere le lacrime ma non puoi assaggiarne il sapore salato, dove puoi vedere un bel fiore ma non sentirne il profumo; Quella moltitudine di sorrisi, di sguardi dati e non dati, vissuti solo per attimi, nelle avversità drammatiche di tante storie infelici, che non riescono a legare come un tempo era capace di fare la poesia. “ Così l’amore unisce i suoni, le parole, gli odori i ritratti, elabora la bellezza dalle singole parti, e dalla loro confluenza ritrae l’unità, l’opera ultima dell’universo. La perdita dell’unione, dell’armonia, del bello è la più grande sconfitta dell’uomo contemporaneo, che si accontenta di frammenti selvaggi di piacere nei vissuti di periferia, nei sobborghi grigi e squallidi della miseria. L’amore oggi è solo un trastullo d’emozioni che s’innalzano per qualche istante per poi decadere; un farsi e disfarsi, un’attrazione verso il vuoto, un continuo sfilacciarsi e lacerarsi della nostra esistenza.

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